All’ombra di torri e cipressi
Tra Volterra e San Gimignano seguendo i consigli di tre veri locals
Registi e poeti di ogni epoca sono stati stregati dall’enigma etrusco di Volterra e dal superbo fascino di San Gimignano, ammaliati dai loro paesaggi tanto da prenderne ispirazione per il proprio lavoro.
Fra torri e cipressi, Medioevo ed Etruschi, fioccano le citazioni illustri su queste due perle incastonate tra la Val di Cecina e la Val d’Elsa, che dipingono scorci di una Toscana unica. Dalle mura millenarie di Volterra ai casolari circondati da ulivi centenari e filari di cipressi che seguono le morbide curve delle colline ora verdi, ora tinte del giallo bruno dell’argilla, quello delle Balze di Volterra. Furono quelle voragini visibili a occhio nudo a inghiottire le necropoli etrusche dalla città, a seppellire l’eterno mistero della civiltà etrusca.
Oliviero Toscani, genio della fotografia con l’azienda vinicola tra Volterra e Bolgheri, dipinge la città etrusca come “vento e follia”, come il titolo dei suoi ultimi workshop di fotografia organizzati proprio in quel di Volterra. Toscani (ex assessore alla cultura nella cittadina siciliana di Salemi) non ha mai abbandonato il sogno di diventarne il primo cittadino: “Sarebbe troppo divertente, con un po’ di spirito d’iniziativa in più si farebbero tante cose in questa città”. Per lui Volterra è intrisa di una magia speciale, al tempo degli Etruschi era la capitale d’Europa. Ma non chiedete a lui, fotografo di fama mondiale, di suggerirci un luogo speciale dove l’anima etrusca si disvela: “Impossibile, bisogna vedere ciò che si sente”.
Per Oliviero Toscani, che ha un debole per la Volterra d’inverno sferzata dal vento, “la magia speciale del posto risiede nel groviglio di strade in salita e in discesa”. Volterra, un tumulto al cuore ma anche pace dei sensi, quella che suscita a Toscani la visione della Deposizione di Rosso Fiorentino, conservata nella Pinacoteca dove il maestro dell’obiettivo entra spesso. Volterra, infine, location ideale per far sbocciare i fiori d’arancio. Toscani ne sa qualcosa, lui che si sposò quarant’anni fa alla settecentesca chiesa di San Giusto, rinata dalle ceneri di un edificio sacro preesistente, ingoiato dalle balze nel XVII secolo.
Quaranta minuti d’auto separano Volterra da San Gimignano: lungo il tragitto la strada abbraccia curve morbide e corre lungo la verdeggiante campagna toscana, quasi alla ricerca di un’altra magia. Siamo ai piedi delle mura di San Gimignano ma l’incanto è più su: del borgo dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ci sorprendono le mura del Duecento che incorniciano le due strade principali e le alte torri che fanno quasi atmosfera da salotto. San Gimignano è la patria della Vernaccia, il nobile vino caro a stuoli di letterati, come Dante e Cecco Angiolieri, Dante e Boccaccio, senza dimenticare lo scrittore inglese Geoffrey Chaucer.
Letizia Cesani, presidente del Consorzio dei vini di San Gimignano, è innamorata della Pieve romanica di Cellole, che si erge sulla cima di una collina dove lo sguardo spazia a 360 gradi sulle torri. “Un luogo mistico, pochissimo frequentato, dal quale godere di uno spettacolo mozzafiato sulla campagna. Un’esperienza che pochi turisti fanno, ma di grande suggestione”. Da esperta di vini qual è, il suo consiglio cade sulla Vernaccia di San Gimignano Wine Experience, non un semplice museo del vino ma il posto giusto per un’esperienza sensoriale di gusto di altissimo livello.
Qui, tutti i giorni, preparati e poliglotti sommelier conducono dei seminari tematici di abbinamento cibo e vino con prodotti Dop e Igp del territorio a chilometro zero. Per lo shopping Letizia Cesani c’indirizza verso le botteghe artigianali dei ceramisti Fabio Balducci e Silvia Beghè, “scrigni di opere d’arte uniche”.
Assolutamente da visitare, la Galleria Continua di San Gimignano. Un'innesto di contemporaneità immerso nell'architettura medievale.