Alberto Giacometti e Lucio Fontana, due maestri dell'arte in mostra a Firenze
Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto a Palazzo Vecchio e Lucio Fontana. L’origine du monde al Museo Novecento
Per la prima volta insieme, Alberto Giacometti e Lucio Fontana sono protagonisti di u progetto museale inedito che presenta l'incontro ideale e il dialogo potente fra due giganti del Novecento, grazie al confronto straordinario fra capolavori in arrivo dall’Italia e dall’estero.
A Firenze un doppio appuntamento speciale ideato da Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, che affonda nella ricerca inesausta e ostinata dei due maestri, protagonisti di un viaggio parallelo che intende suggerire nuove strade di analisi e sondare nuove interpretazioni.
Nei bellissimi spazi del Museo di Palazzo Vecchio, nella Sala delle Udienze e nella Sala dei Gigli, dove oggi si conserva la celebre Giuditta di Donatello, dal 2 marzo al 4 giugno troviamo la mostra Giacometti – Fontana. La ricerca dell’assoluto. Un'esposizione che vuole suscitare domande piuttosto che risposte, e confronta queste due colonne portanti del XX secolo, così distanti nelle attitudini e nella vita, ma altrettanto legate da una riflessione sulla verità nell’arte, conquistata attraverso l'esperienza della materia e insieme dell’immaginazione.
Un’indagine antropologica lega le riflessioni dei due artisti: entrambi guardano al mondo come a un luogo di passaggio, di transito, e tentano di rappresentare l'immateriale attraverso la materia, logorata da Giacometti e forata da Fontana.
In concomitanza con questo grande progetto, il Museo Novecento dedica ben due piani delle ex Leopoldine alle sculture e ai disegni di Lucio Fontana. La mostra Lucio Fontana. L’origine du monde, visibile al pubblico dal 2 marzo al 13 settembre, nasce dalla volontà di esplorare alcuni aspetti ancora poco sondati dell’opera del maestro italo-argentino, tra gli autori più innovativi del secolo scorso, quali la relazione originaria tra creazione artistica, procreazione e nascita della vita nell’universo, e il rapporto tra mondo finito e infinito. Saranno presentati disegni, dipinti e sculture dal ’46 fino agli ultimi anni della sua lunga carriera. Il titolo evoca il celebre quanto scandaloso dipinto di Gustave Courbet e declina il significato gnoseologico di quel dipinto ottocentesco verso un’interpretazione archetipica dell’eros come forza generatrice della vita umana e del cosmo. Eros sempre in bilico tra l’alto del mondo platonico e il basso materialismo delle funzioni corporali sessuali.