Tutto quello che devi sapere sul Giardino di Boboli
Alla scoperta del polmone verde di Firenze
Con i suoi 45mila metri quadrati, Boboli è uno dei più spettacolari esempi di giardino all’Italiana. Costruito a partire dal 1418, quando Luca Pitti acquistò il terreno, fino alle modifiche fatte dai Savoia nell’800. Fontane e labirinti, ragnaie e gallerie di rami, statue agresti, grotte e casini fanno di Boboli un grande museo all’aperto. La parte più antica si sviluppa verso oriente dalla grotta di Mosè al Giardino del Cavaliere.
L’ampliamento, voluto da Cosimo II, scavalca idealmente la fortificazione creata da Cosimo I per la guerra contro Siena e, snodandosi verso meridione, lambisce porta Romana. Fu Niccolò Pericoli, detto il Tribolo, fidato architetto di verzure di Cosimo, ad armonizzare il grande spazio dividendolo in comparti ortogonali con piante di bosso e frutto, ma si deve al genio di Ammannati la trasformazione della cava di pietraforte in anfiteatro prima di siepi e poi in muratura.
È da lì che, con alle spalle la fontana del carciofo, si oltrepassa l’obelisco egizio, si passa la fontana del Forcone e si sale fino al bastione, costruito da Michelangelo durante l’assedio, su cui si adagia il giardino del Cavaliere e nel cui sottosuolo una grande cisterna d’acqua serviva per irrigare tutto il giardino. Ma la visita potrà dirsi completata solo dopo essere stati calamitati dalla Grotta Grande. Frutto della mente alchemica di Francesco I e del suo alter ego Buontalenti è una sorta di viaggio iniziatico verso la bellezza manierista capace di reinventare, superandola, la natura.
I tre ambienti, affrescati da Bernardino Poccetti, offrono scene agresti, le pareti, incrostate di stalattiti, venivano irrorate d’acqua da fontanelle nascoste; mentre i prigioni di Michelangelo (oggi in copia), introducono all’interno dove s’incontra prima la statua di Paride che rapisce Elena per poi finire al cospetto di una Venere pudica, di Giambologna, che esce dal bagno. Un percorso stupefacente salutato dal nano Morgante, giullare prediletto di Cosimo I, che si offre vecchio e nudo a cavallo della tartaruga granducale.