Isola del Giglio, la perla dell'Arcipelago Toscano
Un viaggio in questa perla color smeraldo tra spiagge selvagge, acque cristalline e panorami spettacolari
Se si ama la natura genuina, tuffarsi in un mare color smeraldo e ammirare i più bei fondali ricchi di gorgonie, posidonie e pesci mediterranei, il contatto con un’isola in gran parte ancora selvaggia, un clima mite e panorami spettacolari, il Giglio è il top. Fa parte, con le altre sei sorelle, del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Il 13 gennaio 2012, alle ore 21:45, la Costa Concordia, una città galleggiante da 450 milioni di euro, urtò uno dei tre scogli delle Scole, a poca distanza dall’isola del Giglio, che fanno parte del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. É la storia del naufragio della Costa Concordia, ma anche di un'isola che da quel momento è profondamente cambiata e che merita di esser ricordata e visitata anche per le sue meraviglie.
È a un’ora di traghetto dall’Argentario, il mondo degli umani (neppure millecinquecento i residenti) è raggruppato in tre soli centri abitati: Giglio Porto, Giglio Castello e il Campese. È la seconda isola dell’arcipelago per estensione, ma in pratica è abitata soltanto nella parte a nord, il 90 per cento è senza un segno di vita. I tre paesi sono uniti da una decina di chilometri di strada ricca di tornanti che s’impenna dal mare del porto fino al Castello e scende all’altro versante fino alla spiaggia di Campese.
Dal Castello verso sud non c’è un’abitazione: il crinale dell’isola è percorso da una panoramica asfaltata lunga cinque chilometri che si conclude in un viottolo che porta fino al faro Capel Rosso. Percorrerla è il modo migliore per spaziare lo sguardo non solo verso inimmaginabili panorami a 360 gradi .
L’isola è un massiccio cono di granito e di calcare (il Poggio della Pagana tocca i 486 metri), con poca terra da rendere fertile e difficile da popolare, anche perché è stata per secoli pericolosa per le scorrerie dei pirati, e i saraceni non mollarono la voglia di conquistarla fino alla fine del Settecento. I gigliesi, per difendersi, si ritirarono e organizzarono al Castello. E basta vedere la consistenza delle mura (XI secolo) e l‘ingresso all’abitato, formato da tre porte successive e addossate a ciclopici massi di granito, per rendersi conto che non si scherzava.
I romani si stabilirono al Porto, ma l’abitato fu abbandonato e ripopolato più volte. La Torre del Saraceno (1596) fu per secoli l’unico baluardo, poi in epoche recenti il centro si è sviluppato per le funzioni vitali dell’isola, Campese prese consistenza all’inizio del ‘900 perché divenne un centro minerario dove si estraeva la pirite. Chiusa la miniera nel 1962, la più grande spiaggia dell’isola e la posizione felice in faccia al sole fino al tramonto l’ha trasformata in un’accogliente ma riservata località di mare.
Si arriva con il traghetto: Toremar e Maregiglio la collegano più volte al giorno con Porto Santo Stefano. D’estate non ci si può far seguire dall’auto, e non ne varrebbe la pena. Meglio sfruttare i mezzi pubblici (bus e taxi) che portano al Castello e a Campese, oppure affittare uno scooter per essere più liberi in una visita a tutto tondo. Chi ha più fisico e allenamento può affittare anche una mountain bike.
Per godersi il mare e scoprire calette, spiagge e scogliere difficilmente raggiungibili da terra è molto pratico noleggiare una barca o un gommone. Si affittano al Porto, al Campese, all’Arenella e alle Cannelle. Il mare e i suoi fondali sono il fiore all’occhiello di un’isola che presta grande attenzione alla tutela del suo ambiente naturale e che ha saputo resistere alla tentazione di una cementificazione selvaggia. Chi ama le immersioni può anche rivolgersi a uno dei numerosi Diving center per ogni assistenza e partire alla scoperta dei fondali, distribuiti praticamente intorno a tutta la costa. I migliori: Tralicci, punta delle Secche, Punta del Morto, secca della Croce, cala Cupa, Le Scole, secca Zampa di Gatto, scoglio di Pietrabona, cala del Corvo e cala dell’Allume.
L’offerta turistica è genuina: buoni gli alberghi, molto varia l’offerta di una sistemazione in residence o appartamento, ottima la ristorazione con una cucina che si basa molto sul pesce “pescato e cucinato”, privilegia i prodotti locali e si fa un vanto del suo Ansonico (QUI i ristoranti da non perdere sull'isola per assaggiare i suoi prodotti tipici).