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Don Carlo 80° Festival Maggio Musicale

Text Teresa Favi

September 28, 2020

Il Festival del Maggio Musicale Fiorentino

Nacque a Firenze nel 1933. Ecco la storia di uno dei più antichi festival lirici europei

Era il maggio del 1933, quando nacque il Festival del Maggio Musicale Fiorentino, uno fra i più antichi festival europei ed il festival interdisciplinare più antico in Italia. Lo stesso nome, indica anche la più importante istituzione musicale fiorentina – con tre grandi complessi: orchestra, coro – protagonista della stagione invernale e dell’omonimo festival. Insomma il Maggio Musicale Fiorentino sta a Firenze come la Scala a Milano e la Fenice a Venezia.

Manifesto del primo Festival del Maggio Musicale Fiorentino, 1933

Nato come manifestazione triennale, il Festival del Maggio Musicale Fiorentino si trasforma, già dal 1937, in appuntamento con cadenza annuale nel mese di maggio, in onore dell’antica festa fiorentina dei fiori detta Calendimaggio. 

Eppure questo nome, che nato ignaro delle moderne regole di marketing oggi confonde i turisti di passaggio a Firenze, che non capiscono se si tratta di un mese, di un festival o di un teatro, ha clamorosamente segnato un punto di svolta nella storia della lirica

Disegno di Giorgio De Chirico per le scene dei Puritani

Accadde proprio in quel primo festival del ’33, per volontà di Vittorio Gui che nel 1928 aveva fondato l’Orchestra Stabile Fiorentina; le rivoluzionarie scene dei Puritani firmate dal maestro del surrealismo Giorgio De Chirico tanto sconvolsero pubblico e critica, quanto segnarono l’era di un nuovo modo di concepire gli allestimenti teatrali. De Chirico aveva indicato in quella prima edizione il bisogno di un nuovo rapporto tra musica e scenografia. L’amore fra teatro e arti visive era scoppiato a Firenze, e nel giro di pochi anni quella liaison dangereuse divenne cifra non solo fiorentina ma di tutto il mondo.

Maria Callas, Boris Christoff, Erich Kleiber

In un clima così è stato facile coniugare modernità (Casella, Dallapiccola, Stravinskij) e riscoperte (Spontini, Rossini e Cherubini), introdurre l’uso di regie firmate nel teatro d’Opera (da Visconti, Ronconi, Zeffirelli, De Filippo, Liliana Cavani, Olmi, Monicelli, Ivory), radunare i maggiori compositori e direttori (da Furtwangelr a Karajan, poi Muti, Abbado, Mehta l’amatissimo direttore stabile dall’86). E i cast internazionali… mentre la Callas cantava NormaPuritani e Medea, la Tebaldi interpretava L’assedio di Corinto e Traviata

Troilo e Cressida

Intanto il cartellone di ogni edizione, ricca peraltro di concerti sinfonici e da camera, si completava con spettacoli di prosa: nel '48 Giorgio Strehler porta a Boboli La tempesta e l'anno dopo Luchino Visconti crea il leggendario Troilo e Cressida che con i suoi 38 milioni di costi (già allora un bagno di sangue per il Maggio) porta in scena una vera e propria Nazionale del teatro italiano con Vittorio Gassmann, Giorgio Albertazzi, Rina Morelli, Carlo Ninchi, Paolo Stoppa, Marcello Mastroianni. Memorabili allestimenti d’opera sono stati poi La fanciulla del West del '54 (direttore d'orchestra Mitropoulos, regia di Curzio Malaparte), il Wozzeck del ’79 (diretto da Bruno Bartoletti, regia di Liliana Cavani), La carriera di un libertinodell’82 (diretta da Riccardo Chailly per la regia di Ken Russell), la Turandot di Zubin Mehta (l’amatissimo direttore principale dal 1985) con lo straordinario allestimento di Zhang Yimou nel ’97.

Fedele alle proprie origini, il festival ha continuato a reclutare nel frattempo artisti per le proprie scenografie: Sironi, Soffici, Maccari, Kokoshcka, Savinio, Clerici, Primo Conti, Derek Barman, alle più recenti collaborazioni tra cui quella con il premio oscar Dante Rossetti

Sua splendida sede oggi è il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino in piazza Vittorio Gui, l’avveniristico teatro noto in tutto il mondo per l’eccezionale acustica, con alcuni appuntamenti off in altre prestigiose sedi teatrali della città. 

Al Maggio sfilano da sempre i massimi nomi dello spettacolo musicale, in una osmosi tra il festival vero e proprio e le attività distribuite nell’arco dell’anno che è diventata nel tempo sempre più profonda, con rapporti lunghi e fecondi anche con la città. 

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