Allo stadio Necchi di Forte dei Marmi si gioca la Partita per la Vita
Sabato 6 novembre scendono in campo Eugenio Giani, Giancarlo Antognoni, Leonardo Pieraccioni, Paolo Brosio e non solo a sostegno della LILT
Si gioca sabato 6 novembre allo stadio Carlo Necchi di Forte dei Marmi la Partita per la vita, che vede scendere in campo 4 squadre: Polizia di Stato, gli Operatori Sanitari e Medici di Viareggio e Massa, Viva la Donna e infine la formazione composta da attori, artisti ed ex calciatori. L’evento, nato dall’idea di Romina Borracci e Duccio Chelazzi, per sostenere l’attività di prevenzione delle malattie tumorali della Lega Italiana Lotta ai Tumori. Tra gli ospiti anche Giancarlo Antognoni e Chicco Evani. Tra i partecipanti, da segnalare la presenza dell’ex viola Dario Dainelli, Andrea Bagnoli, Daniele Ficagna, Giampaolo Pinna, Paolo Brosio, Gianluca Lapi, Clayton Norcross, Ahmed Zouaoui, Rodolfo Wayne, Massimiliano Leone ed Eugenio Giani. Il fischio d’inizio è fissato per le ore 15.00, con la formula della manifestazione che vede prima le semifinali e poi la finalissima. L’apertura dei cancelli è prevista per le 13.30 e i biglietti sono acquistabili presso lo stadio, allo stand LILT. Nella nostra intervista con Duccio Chelazzi potete scoprire come è nata l’idea di questo evento e con quale spirito.
Duccio, da quanti anni esiste questa iniziativa benefica in Toscana?
Da adesso, in contemporanea alla nascita della mia Associazione No Profit Vilavì (Vivi La Vita).
Con quale spirito si organizza un evento come questo?
La Partita per la Vita nasce per sostenere l’attività di prevenzione delle malattie tumorali della LILT e le quattro squadre coinvolte rappresentano le categorie che danno la possibilità di vivere liberi ed in salute: i Medici salvano la Vita, la Polizia di Stato dà sicurezza alla Vita, le Donne generano la Vita e Attori, Comici ed ex Calciatori fanno parte del bello della Vita.
Com’è nata l’idea di questa iniziativa?
L'iniziativa è nata dalle mie passioni, dal mio amore per uno stile di vita sano e per lo sport ma anche perché ho sempre avuto una certa sensibilità nell’aiutare il prossimo, dare attenzione a chi soffre negli ospedali, lottare contro il razzismo e valorizzare il ruolo della donna nell'ambito sportivo. Nella squadra della Polizia di Stato giocherà un ragazzo senegalese portato da me. Io sono di padre e di madre fiorentini e volevo organizzare una iniziativa che nascesse da Firenze e portasse la nostra città e la Toscana sempre più in alto.
La più grande soddisfazione?
Veder sorridere le persone che soffrono negli ospedali, che sono emarginate, che non hanno disponibilità economiche.