Una speciale intervista a Urs Fischer in occasione di In Florence 2017
A partire dal 22 settembre, Piazza della Signoria ospiterà per tre mesi Big Clay opera dell'artista di fama mondiale
Guardiamo bene le opere di Urs Fischer, andiamo oltre il loro primo impatto clamoroso. Esistono nessi sottili e collegamenti con il passato più glorioso, con il familiare e il quotidiano, con i primi gesti artistici o infantili, con il senso dell’arte e quello della nostra effimera esistenza che le rende assolutamente struggenti e travolgenti ad un tempo.
Fischer è un’artista visionario, romantico, ironico, colto e popolare. Combina il monumentale con il ludico, il totemico con il burlesque. Perfetto per quel teatro dell’arte e della politica che è piazza della Signoria.
In Florence 2017 è il grande evento di arte contemporanea ideato da Fabrizio Moretti e da me, promosso dal Comune di Firenze, organizzato in concomitanza con la Biennale Internazionale d’Antiquariato di Firenze. Il protagonista assoluto della seconda edizione è lo svizzero Urs Fischer, tra i grandi artisti del panorama mondiale con un progetto a cura di Francesco Bonami.
Occupi il centro della piazza con un ‘gigante’ di 13 metri e l’arengario con due sculture in cera. Che impressione ti ha fatto tornare in piazza della Signoria come protagonista di un evento così clamoroso?
Credo che piazza della Signoria sia un posto fantastico perché il potere dell’arte Rinascimentale che attrae tutt’ora tantissime persone. Da artista contemporaneo, sono abituato ad un pubblico di numero maggiormente ridotto. L’essere invitato in questo ambiente ed essere presente a queste opere? È una grande opportunità per qualcuno come me.
Non trovi che piazza della Signoria sia un po’ diversa dagli altri spazi in cui hai esposto?
Sono curioso anche io di vedere come si comporterà questo temporaneo compagno di stanza all’interno di questo nuovo contesto…Big Clay#4 non è stata creata per una location specifica. Il suo scopo era quello di non rappresentare niente altro che un gesto di movimento o creazione base.
Possiamo con le debite misure fare riferimento a certi bozzetti di grandi artisti e perfino ad alcune sculture di Lucio Fontana che mi sembrano le più vicine a Big Clay#4 anche per i significati riposti?
Un lavoro artistico diventa tale agli occhi di chi guarda. Per me, un buon pezzo d’arte ha una natura che ti permette di capire qualcosa anche di te stesso. E’ una storia di persone che si confrontano su problemi simili, problemi universali, non personali.
Francesco Bonami ti ha definito un artista rinascimentale. In che senso lo è un’artista oggi, in che senso lo è Urs Fischer.
Lo devi chiedere a Francesco (sorride)
Tante volte mescoli arte e cinema, arte e pubblicità, arte e moda, ma anche arte e scienza e arte e artigianato. Che senso ha tutto questo?
Se comprendo bene il senso della tua domanda, tu invece concepisci l’arte come un evento disconnesso, separato?
Con i ritratti in cera affronti un tema enorme della storia dell’arte e direi dell’antropologia. In un colpo solo offri la gloria, l’immortalità alle tue vittime per sottrargli ogni certezza, anzi esaltando il carattere effimero, la vanità di tutto, compreso dell’arte e dell’esistenza?
Qualcosa di molto simile è successo nella storia di Firenze per far in modo che queste i suoi capolavori non cadessero a pezzi. L’unica differenza è che le candele accelerano questo processo. E la loro bellezza sta appunto nel fatto che potrai sempre fondere e creare una nuova.
Come e perché hai deciso di ritrarre Fabrizio Moretti e Francesco Bonami: per il loro ruolo e la loro fama, per il loro aspetto sociale e quotidiano? Insomma cosa ti ha colpito e motivato in questa decisione?
Sono entrambi uomini d’arte: Fabrizio è un rappresentante dell’antico, e Francesco è un rappresentante del nuovo. Tutto questo ne fa una bella coppia. La scelta di rappresentare questi due gentiluomini fiorentini è successa per caso. Sono solo interessato nel fare ritratti di persone: questi due uomini stanno in questo luogo dove molti grandi uomini hanno camminato e molti altri ne seguiranno.
Che rapporto c’è oggi tra i grandi mecenati e gli artisti. Possiamo parlare anche in questo senso di nuovo rinascimento? Quindi Firenze può avere un ruolo in tal senso, non trovi?
Le risorse internazionali accessibili nell’arte hanno un effetto simile ai mecenati di una volta. Il futuro di Firenze è però nelle mani dei fiorentini. Credi che riusciranno a ricostruire la stessa cosa che hanno già costruito una volta? Una cosa è il creare qualcosa di nuovo, ma ci vuole un altro tipo di talento nel conservare abilmente ciò che ci è stato donato. I fiorentini eccellono in questo- la loro città e cultura sono rimaste preziose e importanti per secoli.
Cosa hai visitato in città?
Ottimi ristoranti…
Quale artista o opera del patrimonio fiorentino ti è più vicina e indispensabile?
Vasari e le sue Vite.